Riscatto laurea con sconto clamoroso grazie al ddl Bucalo: cosa cambia davvero per i pensionati

Riscatto laurea con sconto clamoroso grazie al ddl Bucalo: cosa cambia davvero per i pensionati

Foto di studyinitaly.it

Francesca Forti

Ottobre 15, 2025

Nel cuore delle trattative parlamentari si fa strada una proposta che potrebbe cambiare il modo in cui il personale del comparto istruzione e ricerca valorizza gli anni universitari ai fini pensionistici. Il disegno di legge n. 1413, noto come ddl Bucalo, presenta un taglio consistente del costo del riscatto della laurea, un tema che da anni pesa sulle scelte di migliaia di insegnanti, ricercatori e tecnici. La misura intende ridurre l’ostacolo economico che blocca molti lavoratori ed estendere l’accesso anche a categorie fino a oggi spesso escluse, come il personale precario o momentaneamente disoccupato, restituendo dignità a chi contribuisce quotidianamente al sistema educativo nazionale.

Riduzione drastica del costo del riscatto e estensione della platea interessata

Attualmente, il riscatto di un solo anno di studi universitari può superare i 6mila euro, con un percorso quinquennale che arriva a pesare economicamente oltre i 30mila euro. Questa cifra rappresenta un limite spesso insormontabile per molti operatori del settore, scoraggiando uno strumento che potrebbe invece facilitare un orizzonte pensionistico più sereno e meritocratico. Il ddl Bucalo introduce una significativa novità: la riduzione dell’aliquota di calcolo al 5%, portando il costo a poco più di 900 euro per ogni anno di laurea riscattato. Un taglio netto che rende la misura finalmente accessibile a una platea più ampia, alleggerendo anche l’impatto sulle finanze pubbliche.

Una delle peculiarità della proposta riguarda l’allargamento dei beneficiari. Non più solo gli insegnanti di ruolo o il personale a tempo indeterminato, ma anche i dipendenti con contratti a termine e persino chi, pur appartenendo al comparto, si trovi in una fase di temporanea disoccupazione. La volontà del ddl è chiara: includere i precari, spesso marginalizzati nelle politiche previdenziali, riconoscendo il loro contributo come parte integrante e fondamentale del sistema formativo nazionale. Questo elemento rappresenta un passo importante verso una maggiore equità, dando una dimensione più organica al riconoscimento del valore della formazione universitaria nella carriera lavorativa.

Un welfare per il personale scolastico e il ricambio generazionale

Nel testo del ddl Bucalo emerge come il riscatto della laurea non sia soltanto un vantaggio economico, ma una leva per affrontare questioni più ampie come il burnout dilagante tra il personale scolastico, che interessa poco meno di un terzo degli insegnanti. L’agevolazione è pensata come una misura di welfare, capace di attenuare lo stress legato a carichi di lavoro crescenti e a condizioni spesso precarie. L’allineamento con gli standard europei sottolinea come in altri Paesi, come la Germania, il riscatto avvenga gratuitamente, segnalando l’esigenza di recuperare terreno per garantire una dignità lavorativa maggiore.

Un altro risultato atteso da questa proposta riguarda il turnover e il ricambio generazionale. Con il riscatto facilitato, l’accesso alla pensione si anticiperebbe, liberando posti per nuove assunzioni e rendendo la professione più attrattiva per i giovani che altrimenti spesso sono costretti ad emigrare. Il ddl prefigura quindi un doppio effetto: favorire un’uscita più agevole dal lavoro per chi ha già accumulato anni di servizio, e contemporaneamente incoraggiare un accesso più fluido alle nuove generazioni, beneficiando l’intero sistema educativo italiano e universitario.

Il percorso legislativo e il sostegno delle organizzazioni sindacali

La proposta di modifica dell’articolo 2 del decreto legislativo 30 aprile 1997, n. 184, è stata depositata in Senato il 5 marzo 2025 ed è stata assegnata alla Commissione Affari sociali, Sanità e Lavoro. L’esame parlamentare è previsto a breve, dopo la pausa per le vacanze estive. Il sindacato Anief ha sostenuto con forza l’iniziativa, promuovendo una petizione che ha raccolto quasi 120mila firme per introdurre un pensionamento anticipato a 60 anni e il riscatto gratuito o agevolato degli anni di laurea per docenti, Ata e dirigenti scolastici.

Marcello Pacifico, presidente dell’Anief, ha sottolineato l’importanza del compromesso raggiunto con il ddl Bucalo, che pur non arrivando alla gratuità auspicata, rappresenta un passo avanti concreto nella riduzione del costo a circa 900 euro per anno. In un contesto caratterizzato dall’innalzamento dell’età pensionabile e dei requisiti contributivi, la misura apre una possibilità concreta di anticipazione dell’uscita dal lavoro di 4-5 anni rispetto agli attuali parametri, un sollievo atteso da molte categorie del comparto.