La conferma del rinnovo dell’assegno di inclusione (ADI) porta con sé un obbligo che molte famiglie non possono ignorare: presentarsi ai servizi sociali per ridefinire il proprio percorso di supporto.
L’Inps ha ufficializzato questa misura che riguarda tutti i nuclei beneficiari che hanno richiesto la proroga oltre i 18 mesi iniziali, estendendo la fruizione per un ulteriore anno. La necessità di un confronto diretto con gli operatori sociali diventa dunque imprescindibile, poiché permette di adattare e personalizzare gli interventi legati all’inclusione sociale e all’attivazione lavorativa.
Questa fase di verifica si articola in un processo complesso e poco conosciuto: l’accesso al Sistema Informativo per l’inclusione Sociale e Lavorativa (SIISL) offre una mappa dettagliata del percorso previsto per ogni famiglia in seguito all’approvazione della domanda di rinnovo. Ogni passaggio viene definito dall’analisi multidimensionale del nucleo, che costituisce la base per stilare o rivedere il Patto di Attivazione Digitale (PAD), fondamentale per proseguire nel nuovo anno di beneficio. La scadenza per il primo incontro con gli operatori è tassativa: non oltre 120 giorni dalla sottoscrizione del nuovo PAD o dalla domanda di rinnovo, qualora non siano intervenute modifiche nel nucleo familiare e quindi non sia richiesto un nuovo patto.
Il percorso obbligato con i servizi sociali dopo il rinnovo
Il primo appuntamento con i servizi sociali diventa un momento decisivo per le famiglie beneficiarie dell’assegno di inclusione. Questo incontro serve a «verificare, confermare o modificare» il percorso di inclusione sociale e lavorativa stabilito in precedenza, mettendo in luce eventuali nuovi bisogni o opportunità di inserimento. Se emerge la necessità di approfondimenti, i nuclei sono chiamati a presentarsi nuovamente entro 90 giorni, seguendo la convocazione oppure spontaneamente, per completare la fase di analisi.

Un dettaglio che spesso si osserva nelle famiglie coinvolte è il patto di attivazione digitale individuale (PADI), documento che i membri con obblighi lavorativi devono firmare entro due mesi dal rinnovo, qualora non lo abbiano già fatto. Questo impegno vincola la famiglia a un percorso concreto, da sostenere anche con il supporto del Centro per l’impiego (CPI), dove si procede con la firma o l’aggiornamento del Patto di Servizio Personalizzato (PSP). Questi passaggi strutturano un vero e proprio calendario di controlli e impegni per ogni nucleo.
Nel complesso, l’obbligo di fissare e rispettare l’incontro entro 120 giorni crea un vincolo stretto per i beneficiari, spingendo a un rapporto costante con i servizi sociali. Mancare questi appuntamenti rischia di compromettere la presa in carico e, di conseguenza, la continuità del sostegno economico.
L’inclusione anche a distanza per chi è esonerato dagli obblighi
Per chi si trova in condizioni tali da non poter soddisfare gli obblighi di attivazione, il Ministero del Lavoro ha previsto modalità alternative per l’incontro con i servizi sociali. La nota n. 10558 dell’8 agosto ha aperto la strada a procedure più flessibili, consentendo incontri in remoto attraverso videochiamate o visite domiciliari, garantendo così l’accesso al sostegno anche alle famiglie con difficoltà di mobilità.
Il case manager, figura chiave per la gestione del percorso, ha la responsabilità di valutare gli ostacoli oggettivi alla presenza fisica e di proporre soluzioni alternative, assicurando una comunicazione efficace senza spostamenti. Questa attenzione alle esigenze reali dei nuclei familiari rappresenta un passo concreto per mantenere un supporto continuativo, fondamentale per chi vive in condizioni di fragilità.
Per le domande presentate a luglio, la scadenza fissata per completare l’incontro con i servizi sociali è oltrepassata alla fine di novembre 2025, dopo la quale la sospensione del beneficio diventa automatica in assenza di presa in carico. Questo termine sottolinea la necessità di un calendario rigoroso, evitando interruzioni che potrebbero aggravare le condizioni già precarie di molte famiglie beneficiarie.