Rottamazione cartelle esattoriali: arriva la versione con rate più brevi e condizioni semplificate per molti

Luca Antonelli

Ottobre 16, 2025

Il progetto di una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali prende forma in un contesto segnato da precise restrizioni finanziarie.

Nonostante le prime proposte sostenessero piani di pagamento diluiti in 10 anni e 120 rate, oggi questa ipotesi si allontana, lasciando spazio a un modello più compatto e realistico. Le difficoltà emergono dalla necessità di inserire nella prossima manovra finanziaria un provvedimento sostenibile, tenendo conto delle risorse di cui dispone il governo Meloni, che complessivamente ammontano a circa 16 miliardi di euro. Le sfide di copertura economica ridimensionano le aspettative, imponendo un riassetto della cosiddetta rottamazione quinquies, una misura che, seppur confermata, subirà modifiche decisive soprattutto in termini di durata e modalità di pagamento.

Le rate della discordia e l’eredità della rottamazione quater

Il confronto si concentra su un tema che ha suscitato particolare attenzione e diverse polemiche: il numero di rate e la struttura dei piani di rimborso. La precedente esperienza della rottamazione quater offriva un meccanismo articolato in un massimo di 18 rate trimestrali distribuite fra il 2023 e il 2027. Questo sistema prevedeva che il contribuente versasse inizialmente due rate per un totale pari al 20% del debito, seguito da 16 pagamenti rateali di importo uguale per coprire il restante 80%. La regola della decadenza automatica in caso di mancato pagamento anche di una sola rata, oltre un breve periodo di tolleranza, ha provocato l’annullamento dei benefici, rimettendo sul tavolo l’intero debito comprensivo di sanzioni e interessi. Questo meccanismo rigido risultava spesso penalizzante, alimentando richieste di revisione e una maggiore flessibilità, soprattutto in una fase economica complessa per molte famiglie e imprese.

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Il piano quinquies non sarà universalmente esteso nella sua configurazione più ampia. – studyinitaly.it

Le interlocuzioni nelle stanze di governo e le preoccupazioni sulle risorse disponibili hanno spinto una ricalibrazione. La rottamazione quinquies deve infatti mantenere un equilibrio delicato: garantire un sostegno reale ai contribuenti in difficoltà senza compromettere la capacità di bilancio dello Stato. Le attuali bozze riflettono questa tensione fra ambizione e concretezza, puntando a soluzioni più prudenti rispetto alle idee originarie.

Una versione più corta e mensile per la rottamazione quinquies

La strada verso la nuova rottamazione mira a superare le criticità riscontrate in passato, soprattutto riguardo alla gestione delle rate e alla rigidità delle regole di decadenza. Secondo le ultime ipotesi emerse, si propone un piano con un numero massimo di 108 rate mensili, dunque distribuite su nove anni, un compromesso rispetto alle proposte iniziali di 120 mensilità in dieci anni. Questo spostamento da una frequenza trimestrale a una mensile dovrebbe consentire una maggiore regolarità nei pagamenti e una distribuzione più sostenibile del debito residuo.

Nel nuovo sistema non si prevedono più “rate maxi” molto elevate in partenza; l’eventuale prima rata sarà probabilmente contenuta, stimata attorno al 5% dell’importo residuo al netto delle sanzioni e degli interessi cancellati. Inoltre, si punta a una maggiore elasticità nella decadenza: sarà possibile, senza perdere i benefici, saltare fino a otto rate, ampliando così il margine di tolleranza e offrendo un sollievo concreto rispetto al passato. Questa novità è significativa in un panorama in cui le difficoltà economiche continuano a incidere sulla capacità di rimborso dei cittadini.

Il piano mensile si configura come una versione “short” ma più accessibile della sanatoria, bilanciando un allungamento della durata con la necessità di rate più contenute e frequenti, un dettaglio che potrebbe ridurre lo stress finanziario e migliorare il rapporto tra contribuente e fisco.

Limiti, soglie di accesso e sostenibilità della nuova rottamazione

Il piano quinquies non sarà universalmente esteso nella sua configurazione più ampia. L’introduzione di un importo minimo per rata, fissato a 50 euro, implica che solo i debiti di importo rilevante potranno godere della dilazione fino a 108 mesi. In pratica, per chi ha un debito inferiore a 5.400 euro, la durata del piano di pagamento si riduce proporzionalmente: 40 mesi per un debito intorno ai 2.000 euro, 30 mesi per 1.500 euro e 20 mesi per 1.000 euro. Questa graduazione riconosce una maggiore flessibilità alle posizioni più gravose, mentre limita la dilazione per i casi di minor entità.

Un aspetto più sottile, ma importante, riguarda la possibile esclusione dalla nuova sanatoria dei soggetti già decaduti da precedenti rottamazioni, una forma di “penalità” volta a scoraggiare abusi o ritardi ripetuti nei pagamenti. Questa scelta mette in luce un’altra tensione tra l’esigenza di essere equi verso i contribuenti più virtuosi e quella di tutelare le finanze pubbliche dall’eccessiva dispersione.

Nel complesso, il piano riflette una volontà di contemperare le esigenze di sostenibilità finanziaria con la necessità di offrire una possibilità concreta di regolarizzazione. La nuova rottamazione si propone quindi come un’opportunità calibrata a partire da criteri economici e sociali più stringenti ma comunque aperta per chi si trova in difficoltà a causa di importi significativi. Un dettaglio che spesso emerge soprattutto nelle case di quanti ancora affrontano debiti pregressi con il fisco.