Ecco quanto porta a casa una commessa OVS: cifre, curiosità e cosa aspettarsi davvero

Ecco quanto porta a casa una commessa OVS: cifre, curiosità e cosa aspettarsi davvero

Una commessa in una boutique di abbigliamento, simbolo della figura che gestisce la vendita quotidiana in negozi come OVS. - studyinitaly.it

Luca Antonelli

Novembre 9, 2025

Un weekend in un centro commerciale può bastare per capire la dinamica: file alle casse, vetrine rifornite e dietro il banco una figura che spesso passa inosservata ma regge la giornata di vendita. In molti negozi la fila si muove grazie alla presenza costante di una commessa che conosce i capi, sistema i resi e gestisce i cambi di turno. È in questo contesto che si colloca OVS, marchio riconoscibile nelle vie dello shopping italiane: capire quanto guadagna chi lavora dietro le sue quinte significa guardare non solo ai numeri, ma anche alle condizioni contrattuali e alle variabili locali. Lo scopo qui è spiegare con chiarezza cosa emerge dalle dichiarazioni pubbliche e dalle piattaforme dedicate al lavoro, evitando slogan e promesse facili.

Il quadro retributivo nei punti vendita

Le stime diffuse su siti di recensioni aziendali e portali di lavoro delineano un panorama non uniforme. Secondo alcune segnalazioni raccolte sulle piattaforme più consultate, la retribuzione media di una commessa all’interno dei negozi OVS si aggira intorno a 1.094 euro al mese; altre fonti simili indicano valori leggermente più alti, con Glassdoor che riporta una media vicino a 1.137 euro. È importante considerare che queste cifre rappresentano medie statistiche e non tengono conto delle differenze tra città, regime orario o inquadramento professionale.

Nel dettaglio, le segnalazioni mostrano range ampi: si passa da cifre minime intorno a 500 euro per contratti molto ridotti o forme di apprendistato, fino a raggiungere fino a 1.800 euro per ruoli con responsabilità maggiori o inquadramenti superiori. Un dettaglio che molti sottovalutano è la differenza tra importo lordo e netto: sulle buste paga incide la trattenuta fiscale e il contributo previdenziale, e la forbice tra lordi e netti può cambiare in modo significativo il potere d’acquisto reale.

L’assetto societario offre un contesto utile a interpretare questi numeri: OVS, nata a Padova come Oviesse nel 1972 e oggi con sede principale a Venezia, è presente in Borsa Italiana e ha chiuso l’ultimo esercizio con un fatturato segnalato di 1,52 miliardi di euro e un utile netto indicato intorno a 58,9 milioni. Questi numeri spiegano perché il marchio riesca a mantenere una rete capillare di punti vendita, ma non determinano automaticamente salari elevati per tutte le posizioni; il rapporto tra ricavi aziendali e salari medi resta una questione comune nel retail.

Ecco quanto porta a casa una commessa OVS: cifre, curiosità e cosa aspettarsi davvero
Cassaforte con monete e banconote, simbolo di introiti e salari. Rappresenta il guadagno di una commessa OVS, tra stipendio e bilancio. – studyinitaly.it

Cosa incide sullo stipendio e come può evolvere

Più che un’unica cifra, lo stipendio di una commessa OVS è il risultato di fattori concatenati. Al primo posto c’è il tipo di contratto: un tempo determinato, un assunzione a tempo indeterminato o un’inquadramento di apprendistato producono differenze rilevanti. Anche la distribuzione delle ore settimanali influisce: chi è assunto con un orario ridotto percepisce meno rispetto a chi ha un full-time; per questo motivo la scelta tra part-time e full-time è cruciale per il reddito mensile.

Un elemento spesso trascurato riguarda la localizzazione: negozi in grandi centri urbani o in aree a maggiore affluenza commerciale tendono a offrire contratti più strutturati e a volte maggiorazioni per turni serali o festivi. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è la differenza di volumi di vendita che impatta sulle chiamate per ore extra e quindi sui guadagni complessivi. Altri fattori determinanti sono l’esperienza, la formazione interna e la possibilità di avanzamento verso ruoli come caporeparto o store manager, che comportano inquadramenti più elevati e retribuzioni superiori.

Va anche ricordato che il settore retail in Italia segue in genere il CCNL del commercio, che stabilisce minimi salariali e tutele: conoscere la propria voce di contratto aiuta a valutare la correttezza della paga offerta. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è la tempistica degli scatti di anzianità e degli aumenti contrattuali: accumulare anni di servizio può tradursi in incrementi graduali della retribuzione. Per chi valuta un lavoro nel retail, la conseguenza pratica è chiara: puntare su stabilità contrattuale e su percorsi di crescita interna rimane la strategia più solida per migliorare il reddito nel corso della carriera.

Un dettaglio realistico emerge alla fine: mentre la domanda per abbigliamento a prezzi accessibili mantiene viva la rete dei punti vendita in molte province italiane, il valore medio delle retribuzioni resta legato a contratti e ore, e per molti addetti la strada verso una paga più consistente passa attraverso la progressione professionale all’interno dell’azienda.